lunedì 21 marzo 2011

Die 21 martii - S. P. N. Benedicti Abbatis

Omnipotens sempiterne Deus, qui hodierna die carnis eductum ergastulo sanctissimum Confessorem tuum Benedictum sublevasti ad cælum: concede, quæsumus, hæc festa tuis famulis celebrantibus cunctorum veniam delictorum; ut, qui exsultantibus animis eius claritati congaudent, ipso apud te interveniente, consocientur et meritis. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen.

Celebriamo oggi il transito del nostro santo Padre Benedetto, e conviene dire qualche parola su di lui anche perché vi vedo avidissimi di ascoltare. Come buoni figli, vi siete radunati insieme per sentir parlare del vostro Padre, «che vi ha generati in Cristo Gesù mediante il Vangelo» (1 Cor 4,15). Sappiamo del suo transito e vedremo da dove e verso dove passò. È passato dal luogo in cui ora ci troviamo ed è andato dove noi ancora non siamo arrivati. Ma, pur non avendo possibilità di essere col corpo nel luogo dove egli è passato, vi siamo con la speranza e con l'amore. Come dice il nostro Redentore: «Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21). Infatti anche lo stesso Benedetto, quando viveva qui con il corpo, dimorava in quella patria celeste con il pensiero e il desiderio. È passato dunque il Padre nostro Benedetto oggi dalla terra al cielo. Per Cristo è passato a Cristo: per la fede in Cristo Gesù, che operava in lui per amore, è passato alla visione e alla contemplazione in cui viene saziato ogni desiderio di tutti i beni. Dunque la sua via fu Cristo, che disse di sé stesso nel Vangelo: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Per mezzo di lui è giunto a lui, perché egli è la vita ed egli è la via. La sua rettissima via fu anche la perfetta vita del nostro Padre. La via della vita fu la santità di Benedetto.
Questa via all'inizio è stretta, ma poi, come c'insegna lo stesso san Benedetto nella sua Regola, con ineffabile dolcezza di amore si corre la via dei divini voleri. Per i principianti è stretta: tale era per Davide quando disse: «Per la parola delle tue labbra, ho seguito gli stretti sentieri» (cfr. Sal 16,4). Anche il beato Benedetto trovò questa via stretta all'inizio della sua conversione, ma alla fine lietissima. E quando la trovò stretta, cosa fece? Forse si scostò da essa? Anzi vi aderì e stette virilmente su di essa. Egli stesso visse per primo quel che insegnò, per poter insegnare a noi stessi suoi seguaci ciò che lui aveva vissuto. Con quale virilità stette sulla via di Dio, lo possiamo cogliere dalle sue parole. Nella sua Regola esorta a non fuggire dominati dallo sgomento la via della salute di cui gli inizi, come gli ha mostrato la sua stessa esperienza, non possono essere che stretti. Sapeva infatti che, quantunque fosse strettissima, conduceva alla vita, come disse il Signore: «Angusta è la via che conduce alla vita e quanto pochi sono quelli che la trovano!» (Mt 7,14).
Quale sia la vita a cui questa via conduce, ce l'insegna lo stesso Signore in un altro brano: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3). Per tutto il tempo in cui uno trepida sulla via di Dio, la trova difficile e sente la sua asprezza.
Ma quando raggiunge quell'amore che, essendo perfetto, scaccia ogni timore, allora con un'immensa gioia proclama insieme con l'Apostolo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede» (2 Tim 4,7).
Per questa via san Benedetto passò dalla morte alla vita. Certamente fu un transito felice, perché la sua vita fu degna di lode. Seguiamo le orme del santo Padre nostro Benedetto. Abbiamo una sicurissima via, per cui possiamo giungere fin lì: cioè la sua Regola e il suo esempio. Se seguiamo questa via, come dobbiamo, e se perseveriamo su di essa, senza dubbio arriveremo anche noi là, dove è giunto lui.

[Dai Discorsi del beato Elredo abate, in Unione Monastica Italiana per la Liturgia, L'Ora dell'Ascolto. Lezionario biblico-patristico a ciclo biennale per l'ufficio delle letture, Piemme - Edizioni del Deserto, Casale Monferrato (Alessandria) 2007, pp. 2354-2355]

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