lunedì 9 maggio 2011

Die 14 Mai – Sancti Pachomii Abbatis

Intercessio nos, quæsumus, Domine, beati Pachomii Abbatis commendet: ut, quod nostris meritis non valemus, eius patrocinio assequamur. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen.

Tutte le volte che si metteva a pregare, si ricordava della raccomandazione dell’Apostolo: Pregate per tutti, per i re, per i dignitari ortodossi, perché possiamo vivere una vita calma e tranquilla, in tutta onestà e pietà. Perciò, quando nostro padre Pacomio pregava, lo faceva per il mondo intero, diviso per categorie. In primo luogo per «i monaci e le vergini, perché il Signore accordi loro di adempiere la promessa con cui si sono legati nel proposito del cuore», e diceva: «Signore, Dio onnipotente, Dio benedetto, concedici di adempiere adeguatamente il servizio che abbiamo iniziato, io e i miei confratelli, per essere degni di te, cosicché tu abiti nel nostro corpo, nella nostra anima e nel nostro spirito; perché siamo sempre perfetti nel tuo amore, camminando davanti a te nel tuo beneplacito; affinché non pecchiamo contro di te, e non provochiamo il tuo santo Spirito, nel cui nome siamo stati segnati. Al contrario, ti chiediamo di restare puri e immacolati dinanzi a te in questo mondo, tutti i giorni della nostra vita, per meritare così il tuo regno celeste ed eterno, grazie alla tua misericordia, o amico degli uomini».
Pregava anche «per gli sposati, perché osservino i comandamenti scritti nel Vangelo, per ricevere la vita eterna, come quel giovane che interrogò il Salvatore: Cosa devo fare per ottenere la vita eterna?» e sappiamo quale fu la risposta. Pregava pure per tre categorie di persone: prima «per coloro che hanno cominciato a fare il bene, ma senza riuscire a distaccarsi dalle vane preoccupazioni di questo mondo, che li trattengono indietro: perché il Signore dia loro il mezzo di operare il bene, togliendo loro ogni preoccupazione di questo mondo – fatta eccezione per quelle strettamente necessarie al mantenimento del corpo – e perché possano adempiere la volontà di Dio e ottenere il regno eterno». Pregava poi anche «per tutti coloro che si compiacciono di perseverare nelle opere diaboliche, per tutti i gentili, per tutti coloro che, per ignoranza, sono caduti negli errori delle eresie: perché Dio conceda loro l’intelligenza, per comprendere e produrre frutti degni di penitenza, soprattutto per riguardo al bene che viene loro fatto. Infatti il Signore fa brillare il sole ogni giorno sulla terra; la luna e le stelle che rischiarano la notte; le stagioni dei frutti, la stagione delle piogge, le rugiade, i venti destinati ai raccolti. Tutte le cose necessarie agli uomini e alle altre creature sono state fatte da Dio, come dice il salmista David: Per tua decisione il giorno continua, perché tutte le cose sono al tuo servizio».
Pregava pure «per i re e per tutti coloro che sono costituiti in autorità, come dice l’Apostolo, secondo le parole che Salomone attribuisce al Signore: È a causa mia che i re regnano, che i tiranni hanno in mano la terra; affinché il Signore li custodisca nell’amore per Dio e per gli uomini, e rendano giustizia agli oppressi, e camminino anch’essi con fiducia fra i santi che hanno compiuto la volontà di Dio e possano ripetere anch’essi le parole di Isaia: Il Signore è nostro Dio, il Signore è nostro giudice, il Signore è nostro capo, è il Signore che ci vivifica». Pregava perché disprezzassero il regno di questo mondo, che non è se non temporaneo, per divenire eredi del regno dei cieli, che dura in eterno; perché assomigliassero ai re giusti, Davide, Ezechia, Giosia e gli altri che, come loro, praticarono la giustizia.
Infine pregava pure per il clero della Chiesa cattolica, dicendo: «Sebbene siano miei padri, pure è mio dovere ricordarli e pregare per loro, come ci invita l’Apostolo: Fratelli miei, pregate per noi, affinché Dio ci apra una porta per la parola». Era questo il modo in cui Pacomio pregava per tutti.

[Vita copta di S. Pacomio, a cura di dom Jean Gribomont O.S.B. (1920-1986), traduzione di Madre Francesca Moscatelli O.S.B. del Monastero Benedettine di San Luca (Fabriano), 2a ed. riveduta, Edizioni Scritti Monastici, Abbazia di Praglia, Bresseo di Teolo (Padova) 2010, pp. 173-175]

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