mercoledì 7 novembre 2012

San Benedetto e la vita familiare

Dom Massimo Lapponi O.S.B., San Benedetto e la vita familiare. Una lettura originale della Regola benedettina, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2009, 132 pp., 7 euro [ordini tramite il sito della casa editrice: www.lef.firenze.it]
 
[Scritta millecinquecento anni fa per l’organizzazione dei monasteri, la Regola di san Benedetto conserva una stupefacente attualità, anche per la vita in famiglia. Lavoro, riposo, pasti, abbigliamento: sono numerose le applicazioni concrete. Preghiera, dialogo, lettura, studio, attività manuali e artistiche: i suoi consigli possono aiutare a «dare nuova vita e nuova speranza alla comunità familiare», come scrive nella prefazione – che trascriviamo qui al termine – S.Em. il card. Franc Rodé C.M., all’epoca della pubblicazione del libro Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Nel momento in cui la famiglia è attaccata da ogni parte, questo libro originale ma di agevole lettura, ricco di suggestioni pratiche e di proposte educative, propone un autentico modello alternativo, una serie d’importanti scelte di stile di vita, suddivise per capitoli tematici che consentono di rileggere con originalità la Regola benedettina, riscoprendo l’intramontabilità dell’opera stessa, fonte di sempre feconde riflessioni. Il volume è arricchito dalla corrispondenza dell’autore – nato nel 1950, monaco dell’abbazia benedettina Santa Maria di Farfa – con alcune religiose benedettine e una giovane congiunta, insieme ad altri documenti e riflessioni. Un interessante contributo che esce dal coro delle polemiche, nel momento in cui il mondo religioso e politico s’interrogano sul valore della famiglia e si trovano al bivio di scelte importanti. Il saggio, quasi un manuale, afferma la necessità di creare ambienti sociali regolati nel quotidiano da costumi condivisi da tutti, ispirati alla saggezza umana e cristiana, con particolare attenzione per la famiglia, l’ambiente sociale fondamentale per la vita e per la Chiesa, che è esposta a continua degradazione.]
 
Vi sono opere intramontabili, che ancora a distanza di molti secoli si rivelano feconde di nuove ispirazioni per la vita dell’uomo, non ancora esplorate dalle generazioni precedenti. Indubbiamente tra queste opere va annoverata la Regola di san Benedetto. Scritta millecinquecento anni fa, frutto di un ripensamento originale della precedente tradizione monastica orientale e occidentale e dell’esperienza di una vita interamente dedita al servizio di Dio, nella sua apparente semplicità essa nasconde tesori di profonda sapienza umana e spirituale.
L’opera di Benedetto era rivolta ai monaci, e sembrerebbe che l’autore non avesse nulla da spartire con la vita secolare, e in particolare con la vita familiare. L’autore del volume che presentiamo ci dimostra il contrario: vissuto in un’epoca tragica di guerre, carestie, pestilenze, invasioni e dissoluzione civile e morale, Benedetto volle insegnare agli italiani del suo tempo come si possa vivere insieme nella pace, nell’armonia, nel rispetto reciproco e nella cristiana carità. Per questo i monasteri benedettini non furono soltanto oasi di spiritualità, ma anche modelli fecondi di civiltà e di vita associata per le generazioni a venire. I metodi razionalisti della critica storica non potranno mai misurare l’influsso incalcolabile che l’esempio della vita benedettina ebbe sulla vita sociale e sulle comunità familiari dei secoli passati.
Tutto questo oggi facilmente si dimentica. Ma proprio l’attuale esperienza della dissoluzione della vita familiare, alla quale sembra che non si sia trovato ancora un efficace rimedio, ci può far riscoprire in una luce nuova l’intramontabile insegnamento di san Benedetto sulla vita in comune. L’autore di questo volume, che ha tra l’altro il pregio della brevità ma che sa dire molto in poche pagine, ci permette di toccare con mano quanto sia attuale la saggezza benedettina non solo per guidare le comunità religiose, ma anche per dare nuova vita e nuova speranza alla comunità familiare. Non saranno infatti le conferenze e le discussioni di gruppo, e neanche le riforme legislative – per quanto auspicabili esse possano essere – a salvare l’istituzione familiare, ma soltanto il diffondersi di un modello vissuto di vita associata alternativo a quello ormai purtroppo dovunque imperante. “E a me sembra di poter affermare” scrive il nostro autore “che esiste un solo modello che oggi possa efficacemente essere proposto alle famiglie: il modello benedettino quale emerge dalla Regola e dalla tradizione”.
Ha ragione? Lasciamo al lettore la risposta. Noi ci limitiamo a raccomandare vivamente a tutte le famiglie, cristiane o laiche, la lettura di queste dense pagine, in ogni caso scritte con non comune passione e perciò tanto più stimolanti e provocatorie.

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